Rottamazione cartelle e pensioni: novità Rottamazione cartelle e pensioni: novità

Rottamazione cartelle e pensioni: cambia tutto col nuovo Decreto del Governo, attenzione alle novità

C’è una novità per quel che concerne i contributi previdenziali legati alla rottamazione con rateizzazione. Ecco di cosa si tratta 

La rottamazione quater consentirà a molte persone di rimettersi a posto con il Fisco, cancellando debiti sia in un’unica soluzione che tramite rateizzazione.

Rottamazione cartelle e pensioni: novità
Rottamazione cartelle, che novità – step1.it

Ci sarà un significativo abbattimento di sanzioni e interessi che agevolerà moltissimo chi decide di mettersi in regola. Con l’introduzione del decreto lavoro che a breve diventerà legge, un emendamento porta una novità a favore dei contribuenti. Questa novità ha a che fare con i contributi previdenziali legati allo stralcio con rateizzazione. Ma di cosa si tratta esattamente?

Se un contribuente contrae dei debiti con l’Inps, ad esempio, per contributi previdenziali non versati, sicuramente potrebbe chiedersi se una volta iniziate a pagare le rate delle cartelle con questa rottamazione, i contributi che non ha versato potranno essere di nuovo utilizzati per la pensione.

Rottamazione quater e pensioni: cosa cambia col nuovo decreto

Da un emendamento al DL 48/2023, spunta una legge utile al ripescaggio dei contributi INPS rimossi automaticamente dalle sanatorie del governo con l’ultima Manovra.

Rottamazione cartelle e pensioni: i cambiamenti in vista
Rottamazione cartelle e pensioni: novità-step1.it

Nel dettaglio, i debiti per contributi previdenziali si distinguono da altri tipi di debiti. Se l’eliminazione automatica delle cartelle fino a 1.000 euro consegnate all’Agente della Riscossione entro il 2015, interessava tasse e sanzioni, ci sono solo conseguenze positive.

Il contribuente, infatti, vede ridursi la propria mole di debiti e nulla più. Per i contributi, invece, il discorso è diverso, in quanto sono pagamenti che in fondo sarebbero importanti per il contribuente ai fini pensionistici. Ergo, contributi non versati e poi eliminati, vuol dire che non sono mai stati pagati e non serviranno ai fini di un’eventuale pensione.

Ora, però, le cose cambieranno per via dell’opportunità di un ripescaggio dei contributi finiti nell’eliminazione automatica delle cartelle che vanno dal 1° gennaio 2000 al 31 dicembre 2015. Ci saranno dei lavoratori che a causa dell’eliminazione, non potranno andare in pensione. Con l’emendamento in questione, invece, i contribuenti interessati potranno pagare ciò che devono anche se quella cartella ormai, è stata rimossa.

Quando l’emendamento entrerà ufficialmente a far parte del decreto lavoro, saranno di sicuro diffuso ulteriori dettagli. Dovrebbe essere lo stesso contribuente a chiedere all’INPS di versare quei contributi che sono stati eliminati. Si potrà fare domanda di rateizzazione, anche se poi, il versamento di tutta la cifra dovrà occorrere entro la fine di questo 2023.

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