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Come si usano (correttamente) le bacchette giapponesi

I ristoranti di sushi e di cucina fusion asiatica sono ormai estremamente diffusi, non solo nelle grandi città. Molte delle pietanze che vengono servite in locali di questo tipo possono essere degustate utilizzando le posate tipiche di molti paesi orientali (in special modo Cina, Giappone e Corea): le bacchette. Non molti sanno, però, che ne esistono di diversi tipi, che si differenziano tra loro per la foggia e il materiale; quelle che chiamiamo superficialmente bacchette “cinesi”, in realtà potrebbero essere giapponesi o coreane, a seconda se hanno una sezione tonda, quadrata o leggermente affusolata. Il materiale più comune è il bambù, ma spesso nei ristoranti si trovano anche bacchette di plastica o di metallo. Le bacchette artigianali giapponesi sono ormai facilmente reperibili nei negozi di oggettistica o sugli e-commerce specializzati come Takumiya.

Per chi non è particolarmente abituato ad usarle, le bacchette possono risultare quantomeno ostiche da adoperare. In realtà, è sufficiente un minimo di tecnica e un po’ di manualità per utilizzarle correttamente non solo per il sushi ma anche per altre pietanze quali il ramen o i ravioli. In questo articolo vediamo come impugnare correttamente le bacchette.

L’impugnatura

Il segreto per utilizzare correttamente le bacchette da tavola (quelle per la preparazione delle pietanze cotte sono più lunghe e resistenti) è l’impugnatura, che consente di tenerle in mano in maniera salda e afferrare i bocconi con facilità. La tecnica da utilizzare è la seguente:

  • inserire una bacchetta nell’incavo tra il pollice e l’indice, e stringere in maniera tale che non si muova; al contempo, far poggiare l’altra estremità della bacchetta sulla punta del dito medio;
  • stringere fra l’indice e il pollice l’altra bacchetta.

La prima bacchetta rappresenta la parte fissa dell’impugnatura mentre è l’altra a muoversi ogni qual volta bisogna afferrare un boccone.

Utilizzo

Per utilizzare correttamente le bacchette, bisogna muovere solo quella posizionata tra l’indice e il pollice. L’altra funge solo da appoggio: la si avvicina al boccone che si vuole sollevare dal piatto; poi quest’ultimo viene afferrato dal movimento dell’altra. Affinché il movimento sia rapido e fluido servono solo un po’ di pratica, che consente di acquisire la giusta manualità ed evitare un errore piuttosto comune: incrociare le bacchette. Quando capita, vuol dire probabilmente che l’impugnatura è scorretta, dal momento che le punte delle bacchette dovrebbero sempre combaciare alla chiusura.

La pratica e l’esercizio servono anche a migliorare la dimestichezza con cui si usano le bacchette; in tal modo, si evita di avere una presa poco ferma o troppo decisa, che potrebbero rovinare il boccone o farlo cadere mentre lo si porta alla bocca. Con il tempo, specie se si utilizzano le bacchette con buona regolarità, si acquisisce l’abilità di calibrare l’apertura e la chiusura al punto da poter mangiare (quasi) qualsiasi cosa con questo tipo di posate, dai ravioli al riso saltato.

Galateo

Nella cultura giapponese, l’uso delle bacchette richiede, da parte dei commensali, la conoscenza di un’etichetta piuttosto rigida. Anzitutto, non è considerato educato utilizzarle senza aver già deciso cosa mangiare; in altre parole, non è consigliabile agitare per aria le posate prima di prendere il boccone desiderato. In aggiunta, le bacchette – così come le posate occidentali – sono considerate un oggetto di uso personale; di conseguenza, non si può porgere del cibo ad un altro commensale con le proprie (si tratta di un gesto consentito soltanto durante le cerimonie funebri buddhiste).

Anche spostare i piatti e gli altri oggetti presenti sulla tavola con le bacchette viene considerato come maleducato, così come ‘infilzare’ o ‘cercare’ pezzi di cibo nel piatto, tranne quando si mangia il ramen o altri piatti simili.

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